Dalle miserie umane l'animo mi è afflitto in durata,
nel tempo.
Crepuscolare atmosfera di voci flebili e assordanti.
Luce intermittente che illumini visioni,
lontana.
Calore disciolto in correnti contrarie.
Un bivio concreto,
ed ora un immenso cordoglio.
Vorticosamente
Io mi accingo a perdermi.

Sono Io: il demonio dei tuoi pensieri.
L'animo del cervello, l'ombra nel cuore.
Sono Io a destarti deformato,
a regalarti visioni notturne di vite ulteriori,
di tempi annaffiati di etilico e plovere.
Sono Io quando senti un dolore a pulsare,
sottopelle.

Ero Io quel giorno che volevi sentirti felice.
Ridavi speranza ai tuoi tempi sfranti,
con dovizia sceglievi l'abito migliore
a celebrare un nuovo incontro.
Non sapevi che ero lì: intorno a te,
dentro di te.
Sono la parte di te che ti assomiglia di più.

Sono una e tante voci,
sono flebile e molto forte.
Sono un'illusione di carne.
Una mano secca e cupa
che si appoggia alla tua spalla e tu tremi,
tu fuggi e poi ti fidi.
Mi rendi forte.
Ti rendo debole.
Io mi nutro di te.

La mia eleganza:
è direttamente proporzionale all'assenza di rumore nei miei passi,
all'ignorar forme di vita animale
che impregnano il viale di pensieri sussurrati,
paure sbuffi e puzze.
Le mie budella ora:
lunghi fili di bubble gum,
nastri di sale rosso.
Oggi:
il blu notte,
al nero,
s'accosta più che mai.

Oggi:
godo,
perdendomi
tra favole di fiocchi rosa
e punteruoli d'acciao, mentre
un alito freddo arrossa la mia pelle
e inesorabile,
mi rende al reale
e al verde desiderio,
di crogiolarmi
nella mia
tiepida
alcòva.

Voglio chiudermi nel guscio scuro

dal quale vedevo un piccolo spiraglio di luce
riflessa in un piccolo specchio
tenuto dalla mia stessa mano.
Forse poco o forse tanto
ma butto via le chiavi e mi congedo
dalla fitta foschia di pensieri e illusioni.
Bussa pure se vuoi ma poi non entrare.